Dire Fare Baciare, 1989
6 Ottobre 2014
Convegno Nazionale, 1990
6 Ottobre 2014

Lettera aperta al Sindaco di Milano, all’Assessore alla Sanità e all’Assessore alla Sicurezza Sociale, Marzo 1989

Le persone omosessuali sono amareggiate e stanche. Ai problemi che le riguardano i responsabili istituzionali paiono disposti a rispondere solo con irrigidimenti autoritari o con frettolosi omissis, ma oggi le consuetudini politiche conducono a perdere insieme alla pazienza la vita e il benessere di molti esseri umani, altrimenti attivi e creativi nella dinamica sociale.

La popolazione omosessuale è in pratica ignorata e minacciata al contempo dai vari governi e in modo particolare nella attualità del Ministro della Sanità. Mancano (e sono sempre mancati) specifici interventi di informazione e prevenzione, che possano testimoniare il riconoscimento dell’esistenza e l’interesse a tutelare la salute dei gay e delle lesbiche.

L’emergenza Aids non fa che amplificare (con quali conseguenze!) tale abnorme e colpevole stato di cose.
Molti sedicenti difensori della morale hanno infierito contro l’irresponsabilità del comportamento omosessuale, eppure, al contrario, proprio le Associazioni gay hanno mostrato in maggior misura senso di responsabilità, attenzione e sforzo concreto nella lotta contro le devastazioni prodotte dall’Aids.

I gay hanno così rappresentato una leadership morale che è stata significativamente carente negli altri settori della società.
L’indifferenza delle Istituzioni nei confronti dell’Aids, al di là delle altisonanti prese di posizione e della platealità degli stanziamenti economici, viene quotidianamente constatata e pagata dalla persone malate e dai loro congiunti, abbandonati alla deriva in un mare di inefficienze, disfunzioni, negligenze e meschinità.

Quasi tutto deve essere ancora fatto riguardo a temi e problemi fondamentali, a partire dalla garanzia di cure sanitarie dignitose e rispettose e dalla organizzazione di un servizio di accompagnamento psicologico e di assistenza domiciliare.
Al disinteresse dei politici e alla mancanza di compassione sociale per le persone coinvolte nella crisi Aids ha fatto da contraltare l’impegno senza risparmio di anonimi volontari gay.

Tale opera di grande utilità pubblica e attestazione di civiltà attende di essere concretamente riconosciuta e supportata dalle amministrazioni locali, compresa quella milanese che alterna promesse a dinieghi.
L’Aids è per i gay una questione centrale, ma non è certamente l’unica. La situazione presente ci ricorda, infatti, che le buone intenzioni non bastano per superare l’omofobia e l’intolleranza per la diversità diffuse nella società.

Molto è il lavoro da fare e da rifare. Tuttavia la parte più consapevole e propositiva della popolazione gay, pur demoralizzata e profondamente colpita, è riuscita a ritrovare volontà ed energie incanalando il dolore e la rabbia verso l’auto-aiuto e la solidarietà

Di una cosa si può esser certi: l’Aids non potrà far sparire la comunità omosessuale. L’attivismo delle nuove generazioni è il più incoraggiante messaggio di fiducia nella vita e nel futuro.
Resta da chiedere: quali saranno le scelte degli altri?

Lettera al Cardinale Arcivescovo di Milano, 10 Aprile 1991

Il 19 maggio 1991 in tutto il mondo si svolgeranno manifestazioni coordinate dall’Associazione americana “Mobilization against Aids”, destinate a ricordare coloro che sono morti di Aids e ad incoraggiare l’impegno sul versante della convivenza propositiva con la malattia.
Lo scorso anno l’ASA ha aderito per la prima volta all’iniziativa denominata “Candele per l’Aids”, nata negli USA nel 1983 e via via estesasi a tutti i continenti.

L’Italia ha così potuto collegarsi con altre duecento città nei più diversi paesi per formare un’ideale catena umanitaria. Un cerchio dorato in corrispondenza di Milano ha segnalato la nostra piccola ma dignitosa luce sulla cartina geografica del manifesto propagandistico dei promotori.
Alla serata hanno preso parte tutte le organizzazioni di volontariato che si occupano di Aids in città e soprattutto vi sono convenute persone con Hiv e Aids e congiunti.

Si è trattato di un momento di grande commozione e di un’occasione per reiterare un messaggio di alto valore morale: la vita è un bene in qualunque circostanza e ogni essere umano è prezioso per il mondo.

Abbiamo pronunciato e ascoltato parole coraggiose, pianto e visto piangere lacrime sincere, provato e constatato entusiasmo per la forza che sempre si sprigiona dalla convivenza col disagio e la sofferenza.
L’uomo è capace di amore e portatore di un tesoro inestimabile: la dimensione spirituale che conduce a cercare un senso all’esistenza.

Anche quest’anno l’ASA ripeterà l’iniziativa e provvederà a tutti i dettagli organizzativi. Il programma prevede un raduno in Piazza Castello, entrata Torre del Filerete, alle ore 21 del 19 maggio. Nel corso della serata verranno distribuite delle fiaccole che, accese, costituiranno la scenografia di fondo unitamente ad un appropriato commento musicale.
Alcune testimonianze personali e il saluto di autorità (tra le quali in Sindaco) daranno voce alla memoria e ala solidarietà.

Come può comprendere, sarebbe particolarmente gradita la Sua partecipazione in qualunque forma, quale gesto di sensibilità nei confronti della condizione delle persone con Aids e di incoraggiamento per quanti hanno bisogno di sentirsi accolti e di sapersi accompagnati dalla Chiesa di Dio.

La invitiamo pertanto ad aderire, con le modalità che riterrà più opportune.

Mattia Morretta