Istituto Superiore Sanità
6 Ottobre 2014
Consulenza psicologica nel NOPA, 1996
6 Ottobre 2014

Fattori psicosociali e culturali nella consultazione telefonica sulle Infezioni a Trasmissione Sessuale

Venticinque anni di attività del Telefono Verde Aids e IST: dal counselling telefonico all’intervento della ReTe AIDS (Convegno Nazionale 20 giugno 2012)

Abstract

La Linea telefonica informativa HIV/MTS dell’ASL Milano, in diretta continuità con l’originario Centralino AIDS, offre consulenza sulle patologie veneree e sul comportamento sessuale in modo confidenziale e qualificato, nel contesto della Struttura Complessa CRH-MTS.

Si tratta di uno spazio dedicato all’educazione sanitaria, con particolare attenzione agli aspetti di salute mentale, poiché viene formalmente riconosciuto il carico emozionale e psicologico associato alla tematica venereologica. Su 24 ore di apertura settimanale, 18 sono gestite da un medico psichiatra con competenze psicoterapeutiche e sessuologiche (intervento sulla crisi, contenimento dell’ansia, omo-bisessualità, sesso a pagamento, diagnosi di Hiv/MTS, partner e congiunti); altri due operatori addetti in turnazione sono un medico infettivologo e un’assistente sanitaria.

Al Servizio giungono oltre un migliaio di telefonate l’anno, per lo più dall’ambito milanese e da uomini in età giovanile-adulta (25-44aa), con richieste concernenti la valutazione del rischio corso (in rapporti occasionali, mercenari, omosessuali), l’invio mirato agli accertamenti ambulatoriali e l’aiuto per affrontare situazioni complesse. I maschi eterosessuali (59%) riferiscono pratiche più rischiose per MTS, tranne un sottogruppo con rischio HIV elevato in ambito mercenario (assenza parziale o totale di precauzioni); i maschi omo-bisessuali (22%) presentano un grado mediamente più elevato di rischio HIV e di diagnosi MTS; le femmine (19%) un grado inferiore per entrambi.

Non si constata un’esigenza generalizzata di approfondimento, bensì una ricerca attiva di conferme/smentite o correzione di nozioni (re-informazione) da parte di soggetti più sensibili e interessati per ragioni personali (moventi primari il timore pregiudiziale e/o la conflittualità nella sfera sessuale), sovente privi di interlocutori fidati e rete sociale. La distorsione cognitiva collettiva favorisce la sopravvalutazione della minaccia HIV, che si accompagna ad una sostanziale ignoranza delle infezioni veneree, senza corrispondente coerente prudenza nell’agito.

Nelle conversazioni telefoniche si evidenzia che la focalizzazione sul nodo “protezione/non protezione” per definire il rischio quantitativamente può far perdere di vista la sua dimensione qualitativa e potenziale, cioè implicita e prefigurabile in quanto componente di un attitudine psicologica e di un modello comportamentale. Ciò riveste particolare importanza nelle aree metropolitane, ove le opportunità di fruizione sessuale coinvolgono fasce estese di individui inseriti e non marginali. 

Mattia Morretta