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Fenomeni paranormali

L’erezione

Desiderata o temuta, esaltata o beffeggiata, ammirata o banalizzata, l’erezione è un fenomeno naturale che difficilmente si affronta con naturalezza. Ancor oggi, nonostante il trionfante erotismo delle immagini pubblicitarie in cui ha trovato posto pure il nudo maschile, l’erezione resta esclusa, ciò che non può essere mostrato.

Si rimane colpiti, infatti, dalla sfacciata esibizione di membri eretti nelle raffigurazioni pittoriche dell’antichità (in Occidente e in Oriente), persino come decorazioni di pareti domestiche. A noi pare incredibile che al fallo eretto potessero venir dedicate feste e sculture dai nostri antenati, senza alcun pudore e anzi con un certo gusto per l’esagerazione. Gli unici ambiti in cui l’erezione diventa visibile sono i prodotti pornografici e i manuali di sessuologia, i quali ricorrono sovente a disegni o schemi per evitare immagini troppo “vivide” e compromettenti.

Tutti sanno più o meno che l’erezione si verifica pure nei lattanti e persiste nella senilità, che si manifesta in veglia e in sonno, indipendentemente dal controllo diretto della volontà. Essa può capitare in momenti del tutto inopportuni (il cosiddetto “effetto scompartimento” dovuto alle scosse del treno), oppure mancare quando dovrebbe esserci.

I problemi erettivi legati a disagi psicologici, come noto, non possono venir risolti con la forza di volontà e l’eccessiva attenzione al fenomeno peggiora la difficoltà. Molto poco invece si sa sui meccanismi fisiologici alla base.

Nei giovani la massima erezione del pene può essere raggiunta nel giro di pochi secondi (3-8), mentre negli uomini più anziani il tempo richiesto è molto più lungo e il livello massimo non sempre raggiungibile. Se la fase di eccitazione dura a lungo, è facile che l’erezione decresca per brevi periodi del tutto naturalmente, cosa che può angosciare chi è spaventato dall’impotenza.

Paura, sensi di colpa, tensione nervosa, maldisposizione conscia o inconscia verso il sesso o il partner, sono tutti fattori in grado di menomare la capacità erettiva in quanto strettamente legati all’attitudine mentale ed emotiva tramite specifiche vie nervose. Gli stimoli che provocano erezione sono infatti sia diretti che indiretti, riflessi e psicogeni.

L’erezione può derivare dalla vista, l’odorato, il gusto, il tatto e l’udito, come pure da fantasie, ma la manipolazione diretta del pene può suscitare l’erezione per via riflessa anche in caso di interruzione dei collegamenti col cervello.
Quindi si può osservare la dissociazione dei due elementi in gioco nelle condizioni normali, la componente psicogena e quella riflessa.

Quest’ultima è in rapporto di dipendenza da un centro nervoso situato nel midollo spinale a livello sacrale, da cui partono fibre appartenenti al sistema vegetativo parasimpatico. Anche in caso di lesioni di tale centro e dei nervi connessi l’erezione resta possibile per via psicogena, poiché esiste un altro centro midollare localizzato a livello toraco-lombare, che riceve prevalentemente gli stimoli provenienti dal cervello ed è responsabile appunto dell’erezione psicogena. Se è tale centro ad essere leso, viene conservata la capacità di erezione riflessa.

In ogni caso da alcune zone cerebrali (corteccia, talamo e ipotalamo) partono impulsi acceleranti e frenanti diretti ai due centri midollari citati, il che significa che il cervello può influenzare in positivo e in negativo il fenomeno.

L’erezione è comunque sia vincolata alle condizioni anatomiche e vascolari dell’organo, essendo un avvenimento di tipo essenzialmente “idraulico”, conseguenza dell’afflusso di sangue ai cosiddetti corpi cavernosi che costituiscono il pene, un sistema di cavità vascolari irregolari quasi vuote in stato di flaccidità e ripiene durante l’erezione.

I due corpi cavernosi, fianco a fianco lungo la parte dorsale, sono ricoperti da una spessa e rigida membrana fibrosa, per questo diventano molto duri e rigidi quando si dilatano. Il corpo cavernoso dell’uretra, nella parte ventrale comprendente il glande, è rivestito da una tunica più sottile e non diviene altrettanto duro in erezione.

In dipendenza dalle fibre nervose parasimpatiche e simpatiche la quantità di sangue affluente alle arterie aumenta mentre si riduce contemporaneamente il deflusso attraverso le vene, finché non si raggiunge l’equilibrio.

Dopo l’orgasmo l’erezione scema passando per due fasi, nella prima il pene continua ad avere un volume di una volta e mezza quello dello stato di riposo, nella seconda ritorna velocemente alle dimensioni normali. Lo stretto contatto corporeo col partner fa durare più a lungo la prima fase, al contrario la minzione subito dopo l’eiaculazione le abbrevia entrambe.

La tempestiva stimolazione prima della caduta dell’erezione è in grado di produrne una nuova nei maschi molto giovani, cosa che diviene più difficile con l’età.

L’erezione avviene pure nel sonno in coincidenza delle fasi REM (in cui si sogna), dalla prima infanzia alla senescenza, con una durata e una potenza massima tra i 20 e i 40 anni.

Molte angosce e turbamenti a proposito del “fallo” sarebbero ridimensionati, se il fenomeno venisse compreso e vissuto come un fatto naturale al pari di ogni altra funzione organica.

L’eiaculazione

Con il termine “eiaculazione” si intende di solito l’emissione dello sperma alla fine di un atto sessuale o masturbatorio, la manifestazione più evidente dell’orgasmo maschile. Tuttavia, espulsione del seme e orgasmo non sono la stessa cosa, la prima è parte del secondo e non è necessariamente indice del livello di piacere raggiunto dall’uomo né del suo grado di soddisfazione psicologica.
L’orgasmo infatti è sempre qualcosa di più di semplici reazioni genitali e coinvolge in senso complessivo il soggetto.

Come l’erezione l’eiaculazione dipende da centri nervosi cerebrali e midollari e può essere compromessa da fattori biologici e psicologici. Il centro spinale è situato a livello lombare ed è sottoposto all’influenza, stimolatoria e inibitoria, degli impulsi provenienti dal cervello.

Sperimentalmente è possibile provocare eiaculazione mediante la stimolazione diretta di alcune aree cerebrali diverse da quelle correlate all’erezione, tanto che si può suscitare l’una senza l’altra.

Erezione ed eiaculazione non sono di fatto un tutt’uno, bensì fenomeni differenziati fisiologicamente e dipendenti da sistemi nervosi complementari. Il solo impulso cerebrale è in grado di determinare l’eiaculazione senza stimolazione del pene; infatti, alcuni sono capaci di giungere ad eiaculare col solo aiuto della fantasia e in assenza di stimolazione periferica.
Viceversa la paura e il disagio mentale possono ostacolare l’eiaculazione nonostante un’adeguata manipolazione o frizione.

Dal punto di vista fisiologico si tratta di un riflesso che può essere fino a un certo punto padroneggiato e controllato. Consta di due fasi distinte ma coordinate: emissione ed espulsione.

Nella prima, dopo la chiusura dello sfintere uretrale a contatto con la vescica, la contrazione dei condotti seminali, della prostata e delle vescicole seminali porta nella parte più interna dell’uretra i diversi componenti del liquido spermatico, con corrispondente sensazione di massima tensione e impressione di “venire”.
Una volta avviata, non è più possibile bloccare volontariamente l’eiaculazione.

Nella seconda fase, il seme viene pompato lungo l’uretra e poi espulso, a distanza di 1-3 secondi dal primo stadio, tramite il contributo delle contrazioni dell’uretra, della muscolatura perineale, del muscolo ischiocavernoso e di quello bulbo-cavernoso.

Il pompaggio nel tragitto uretrale è fonte di intenso piacere, le prime 2-3 contrazioni si verificano ad intervalli di 0,8 secondi e sono le più potenti, tanto che lo sperma può essere proiettato fino a mezzo metro in giovane età. Le altre contrazioni sono più distanziate e meno intense, così che le ultime talvolta non vengono avvertite.

Tra la quantità di liquido eiaculato e la sensazione di piacere c’è una certa proporzionalità, per cui si può sostenere che il massimo piacere si ottiene dopo un certo periodo di astinenza. Quando ci sono più eiaculazioni successive, a breve distanza, il volume di sperma si riduce e in genere pure la sensazione di godimento (a differenza di quel che avviene nella donna).
Il piacere è tuttavia legato anche al resto del corpo e alla partecipazione emozionale al di là della zona genitale.

La cosiddetta refrattarietà, più duratura con il passare degli anni, fa sì che più eiaculazioni ravvicinate siano possibili ai maschi sotto i 30 anni per lo più e solo di rado dopo. Questa capacità, comunque, non è indice di particolari abilità amatorie o di una singolare virilità.

Quando l’uomo non riesce a sostenere la tensione sessuale una volta raggiunto un certo livello, si verifica la disfunzione chiamata “eiaculazione precoce” (prematura o anticipata); se invece non si riesce ad allentare il controllo del riflesso, nonostante l’aumento di tensione erotica e la stimolazione sufficiente, si verifica la disfunzione detta “eiaculazione ritardata”, molto più rara della prima.

Poiché il riflesso consta di due fasi è possibile che solo una sia compromessa, sicché l’emissione è regolare mentre è ostacolata l’espulsione, nel qual caso il liquido fuoriesce in modo lento, continuato e ridotto, come fosse una perdita, e il piacere è scarso, perché non si verificano le normali contrazioni muscolari. Per lo più la causa è organica, a parte l’invecchiamento.

In altre malattie neurologiche o condizioni traumatiche, o dopo interventi chirurgici, si può verificare l’eiaculazione retrograda con lo sperma che viene spinto all’indietro nella vescica.

Molti sessuologi ritengono l’uomo vittima de preconcetti sulla sessualità non meno della donna. L’importanza attribuita alla potenza erettiva va spesso a scapito dell’esperienza orgasmica, ridotta a pura e semplice “evacuazione”.

Mattia Morretta (1988)