Il disagio psicologico nei Centri HIV/MTS, 2004
6 Ottobre 2014
Salute mentale e prevenzione, 2005
6 Ottobre 2014

Linea dedicata HIV/MTS della ASL Milano

Fonti informative e mezzi di comunicazione

I mezzi di informazione hanno una certa influenza nell’utilizzo della Linea, come dimostra l’incremento di chiamate in occasione di iniziative o ricorrenze sociali sull’Aids (in particolare, Giornata Mondiale del 1° dicembre e Convegni con risonanza sugli organi di stampa). È infatti ancora l’infezione da Hiv a produrre un effetto di “trascinamento” mediatico e individuale, rappresentando le altre MTS un tema inefficace e ignorato a livello di pubblica opinione.

D’altronde, coloro che potrebbero essere interessati per motivi inerenti il comportamento sessuale non trovano il recapito della Linea nei contesti abituali di erogazione di prestazioni sanitarie (studio del medico di medicina generale, poliambulatori territoriali, consultori familiari); lo stesso vale per gli adolescenti e i giovani nelle sedi scolastiche (ambulatorio del medico d’istituto e in ambito universitario).

In effetti, nonostante le campagne ministeriali e degli enti locali abbiano puntato sul concetto di “rischio diffuso” non circoscritto a categorie designate, la conoscenza dei servizi per l’accertamento dell’infezione da Hiv e per l’acquisizione di cognizioni specifiche sulle patologie sessualmente trasmissibili è ancora questione riservata a pochi, per lo più membri di minoranze sessuali e sociali.
Viceversa si ritengono coinvolte direttamente le persone rese più “sensibili” alle minacce alla salute nella sfera sessuale da fattori di vulnerabilità psicologica e da varie condizioni di svantaggio.

Che la popolazione degli utenti sia “selezionata” è testimoniato dalla dichiarazione di aver effettuato almeno una volta il test Hiv da parte di più della metà del campione, come pure dalla quota che ha già contattato ONG per l’Aids.

La situazione è aggravata dalla focalizzazione sull’Aids della pur scarsa informazione in materia di MTS, sia da parte degli operatori sanitari che da parte dei soggetti più a rischio per stile di vita sessuale; il che comporta una sostanziale disattenzione riguardo alle malattie a trasmissione sessuale da parte della popolazione sessualmente attiva o anche indirettamente esposta.

Ciò appare paradossale in un’epoca che vede l’istituzionalizzazione dell’agibilità sessuale e l’estensione in termini di massa di fenomeni quali il ricorso a rapporti mercenari, il turismo a scopo o a sfondo sessuale, la creazione di circuiti commerciali finalizzati al consumo di atti sessuali, la promiscuità mediata dalla rete telematica.

La stragrande maggioranza degli utenti viene in possesso del numero della Linea nel corso di una ricerca personale, spesso disordinata e confusa, a partire dall’esigenza di reperire informazioni sulle infezioni a trasmissione sessuale (intendendo nove volte su dieci l’infezione da Hiv) e sui servizi pubblici per l’effettuazioni di esami del sangue o visite specialistiche.

La rete web costituisce il punto di riferimento privilegiato soprattutto per i giovani adulti della fascia d’età media (dai 25 ai 44 anni), i quali utilizzano lo strumento abitualmente per lavoro/studio o nella vita privata.

Soggetti predisposti da condizioni di isolamento sociale o difficoltà comunicative nell’entourage familiare e amicale, nonché persone affette da disagio mentale, finiscono per preferire tale canale perché consente di muoversi da soli e senza testimoni in un terreno connotato da molteplici vissuti negativi (una sorta di campo minato con inevitabili passi falsi e conseguenti esplosioni).

Viene così a mancare proprio ciò di cui essi avrebbero bisogno e di cui potrebbero giovarsi in un momento di incertezza o di vera e propria crisi, cioè il confronto con operatori competenti (capaci di trasmettere conoscenze utili e al contempo contenere emozioni disturbanti o interferenti).

L’autogestione si spinge sino alla pretesa di autosufficienza riguardo alla diagnosi e agli accertamenti sanitari indicati o opportuni, dopo la raccolta indiscriminata su Internet di dati e notizie che confermano e rafforzano uno stato d’animo caratterizzato da inquietudine, ansietà o preoccupazione, ammantando di “sapere” tecnico o persino scientifico i pregiudizi individuali e le nozioni frammentarie acquisite su una fonte ritenuta altamente autorevole a priori.

Al contrario, rispetto all’argomento Aids si può parlare a ragione di “giungla mediatica”, composta di decine di siti dei più svariati enti con impostazioni assai discutibili non solo dal punto di vista dell’educazione sanitaria ma anche dal punto di vista della comunicazione sociale su un tema di tale rilevanza culturale.

Obiettivi e contenuti

La trasformazione del fenomeno Aids, in termini sia sanitari che sociali, e la progressiva articolazione delle risposte istituzionali e comunitarie hanno portato negli anni ad una più precisa caratterizzazione dell’intervento informativo di parte pubblica rispetto ai diversi attori del volontariato e del privato-sociale.
La linea dedicata risponde al presente allo scopo di garantire un punto di convergenza delle richieste di informazione capace di creare le condizione per un ascolto specializzato e riservato su problematiche correlate alle infezioni a trasmissione sessuale.

Per scelta il servizio ha sempre avuto un normale numero fisso, quindi con costo a carico del chiamante, anche per la vocazione di realtà radicata nel territorio benché non localistica.

La Linea, infatti, non si propone sullo scenario aspecifico dei sistemi informativi telefonici né mira ad essere punto di riferimento universalistico; anzi, pur servendosi di un mezzo “a distanza”, essa punta a favorire la contestualizzazione sociale dei bisogni sanitari (individuazione degli interlocutori credibili e fiduciari nelle situazioni di vita). Uno degli obiettivi, infatti, è quello di far avvicinare l’utenza ai servizi pubblici e privati con cognizione di causa e in modo più responsabile, in qualità di soggetti attivi e non di fruitori passivi.

Particolare cura viene data alla creazione di una comunicazione personalizzata, che utilizzi la domanda sovente minimalistica dell’utente per migliorare la coscienza del suo specifico bisogno inteso in termini di informazioni utili, conoscenze applicabili e strategie di conservazione della salute psicofisica.

La lettura del rischio e delle MTS diviene pertanto individuale superando le frasi fatte, i luoghi comuni e le definizioni generiche, nell’ottica di una epidemiologia per così dire “vissuta” e tradotta in strategie comportamentali. Ciò implica capire come le MTS riguardino quel soggetto particolare e non “tutti” in generale, di quali strumenti abbia bisogno per organizzare la espressione della propria sessualità (tenendo conto dei rischi prima durante e dopo gli atti sessuali, nonché delle esigenze di sicurezza emozionale ed equilibrio psicologico).

In ultima analisi, il lavoro svolto s’inquadra in una più complessiva promozione della educazione alla salute, intesa ad ampio raggio e non circoscritta all’acquisizione di nozioni parcellari e settoriali.

Il Servizio ha potenzialità che vanno ben oltre il semplice trasferimento di nozioni tecniche o di indirizzi utili, comprendendo:
a) la guida all’uso appropriato e consapevole dei servizi,
b) l’individuazione delle risorse territoriali,
c) la riflessione sul bisogno di salute o di aiuto per tutelarla,
d) la valorizzazione di atteggiamenti responsabili nella sfera del comportamento sessuale.

Tali funzioni, unitamente all’offerta di una vera e propria consulenza specialistica su problematiche psicologiche/psichiatriche/sessuologiche, lo differenziano in modo netto da tutte le altre linee telefoniche dedicate alla stessa tematica. Ne è una riprova il fatto che altri enti, interpellati in prima battuta dal cittadino in quanto referenti privilegiati e quasi obbligati (per la notorietà o il credito socialmente attribuito), rinviano al Telefono dell’ASL coloro che necessitano di approfondimento o di contenimento e sostegno.

Analogamente, gli operatori della Linea si trovano spesso a far opera di re-informazione nei confronti di utenti che hanno in precedenza contattato servizi più titolati, a causa delle distorsioni culturali e di politica sanitaria da sempre presenti nella interpretazione del fenomeno AIDS e ancora attive nonostante tutti i cambiamenti verificatisi.

L’intervento sovente deve spingersi più in là, poiché si tratta in diversi casi di correggere impostazioni ideologiche fuorvianti e controproducenti (sia per gli utenti che per gli operatori), le quali favoriscono in un alcuni settori della popolazione interessata concezioni e attitudini negative, per esempio enfatizzando l’aspetto dell’ anonimato e suggerendo implicitamente o esplicitamente di diffidare delle strutture pubbliche deputate alla diagnosi dell’infezione da Hiv e delle altre MTS (il che si rivela dannoso in ultima analisi soprattutto per la persona che vi si rivolge, vittima di un contrasto addirittura inconsapevole tra realtà impegnate nel medesimo settore e talvolta associate in progetti di prevenzione).

La domanda raccolta dal Servizio nel corso della sua storia testimonia da un lato l’insufficienza dell’informazione e della pura presa d’atto dell’esistenza di una data patologia legata al comportamento (per la preponderanza di fattori di personalità individuali, di gruppo, sottoculturali, eccetera, su ogni percezione o valutazione razionale del rischio), dall’altro lato il peso della paura, dell’irrazionalità e dei significati più o meno inconsci nell’atteggiamento assunto dai singoli nei confronti della malattia grave e potenzialmente mortale.

Ne discende il riconoscimento dell’importanza di un lavoro sulla comunicazione sui temi della salute e della malattia, che sappia offrire attenzione selettiva più che semplice ascolto e far buon uso delle conoscenze tecniche.

La Linea proprio per la mancanza di una prestazione esecutiva diretta (esami diagnostici e visite), comporta l’identificazione del senso della domanda dell’utenza e la consapevolezza di dover affrontare un dialogo sui vari temi, tenendo conto dello sfondo costituito da un campo sociale saturo di messaggi, mistificazioni e interferenze, dovendo puntare dunque a rendere più comprensibile il fenomeno e le sue conseguenze a livello individuale e collettivo.

Al contempo, i bisogni rilevati nel corso degli anni hanno avvalorato e rafforzato l’esigenza di raccogliere e diffondere informazioni utili in senso lato e su molte altre questioni correlate all’argomento dell’infezione da Hiv o delle MTS (strutture e servizi pubblici, privati e di volontariato per problemi sanitari, psicologici, psichiatrici, sessuologici, e via di seguito).

Ne è derivato un lavoro parallelo di conoscenza della realtà locale, da cui sono scaturiti un fitto ed articolato indirizzario, un archivio documentale e la predisposizione di materiale scritto destinato agli utenti al fine di aiutarli nella acquisizione di competenza personale e maggiore autonomia (dall’elenco dei Centri in cui è possibile effettuare visite psichiatriche e psicoterapia agli ambulatori di andrologia o per le vaccinazioni, passando dalle indicazioni bibliografiche e dagli opuscoli mirati a determinati gruppi).

Il mezzo telefonico è stato ed è utilizzato anche per dare continuità, pur a distanza, a interventi di motivazione o supporto iniziati in Ambulatorio, potendo così seguire il percorso nel tempo di persone che hanno effettuato colloqui diretti nelle sedi ambulatoriali. Altrettanto importante è il tentativo di effettuare invii mirati alle strutture cittadine per Hiv e MTS, instaurando con alcuni soggetti un rapporto fiduciario di accompagnamento, impostando costruttivamente la relazione con gli operatori poi incontrati in Ambulatorio.

L’aggancio telefonico permette, in effetti, di stabilire nei casi più fortunati un contratto sull’uso e sul significato del test, inserendo tale accertamento nell’ambito di una più generale strategia di presa di coscienza di bisogni e di problemi personali (in particolare, con giovani affetti da disturbo psichico non ancora diagnosticato e con soggetti già in trattamento presso servizi di salute mentale o a livello privato).

Considerazioni sulla specificità del Servizio

La constatazione di una attiva ricerca da parte degli utenti sembra indicare che la Linea possa rispondere o probabilmente corrispondere ad un bisogno oggettivo di consulenza, ascolto e aiuto in un’area poco trattata dai servizi e per la quale non vi sono punti di riferimento definiti nel pubblico e nel privato.

Poiché la domanda non è formata o qualificata, anzi per lo più si presenta non strutturata, appena abbozzata oppure auto-limitata nelle aspettative (prendendo le mosse o concentrandosi su aspetti molto concreti o di dettaglio), si può affermare che la Linea intercetti un messaggio di cui lo stesso soggetto è spesso inconsapevole latore e che diviene esprimibile nel momento in cui incontra un contesto adatto e capace di coglierlo.

Chi chiama cerca in modo disordinato o elementare risposte a quesiti e inquietudini sui quali di solito non è in grado di riflettere e non è aiutato a farlo. Sono in tanti, infatti, a sorprendersi della serietà e dell’ attenzione fornita dal personale del Servizio, essendo abituati e rassegnati a superficialità, sbrigatività, povertà della comunicazione con le strutture sanitarie e le linee telefoniche sull’Aids.

L’esigenza di un dialogo con persone competenti su temi relativi all’intimità e alla salute è in genere confusa, segnata da ambiguità e ambivalenze, oscurità e resistenze, approssimazioni e tentennamenti. Inoltre, risente della sfiducia circa la possibilità di ricevere autentica considerazione. Non può contare su un linguaggio condivisibile, resta privata o addirittura segreta; parla di solitudine, diversità o senso di anormalità, timore di esclusione sociale, di prove/fatiche/crisi, soprattutto nel caso dei maschi (etero ed omo-sessuali), con la paura quale comune denominatore.

Si tratta di un bisogno che concerne solo marginalmente l’informazione sull’Hiv e la prevenzione delle MTS, riguardando in ultima analisi l’intreccio tra sessualità e malattia, in particolare quella mentale (sia come patofobia sia come distruttività erotizzata o perversione, oltre che come impalcatura emozionale e psichica del comportamento sessuale).

Invece del luogo comune sull’Aids e sulle misure precauzionali, l’utente si trova di fronte, pur nell’accoglienza e nel rispetto di ogni condizione e problema portato, ad uno stimolo intenso alla responsabilizzazione mediante la presa di coscienza degli elementi di difficoltà o conflittualità presenti nella sua esperienza.

Al fai da te e al self-service che imperano nel campo dell’Aids (rinforzati da molti siti web) la Linea oppone la proposta di un rapporto confidenziale con un interlocutore in grado di offrire insieme alle conoscenze anche l’orientamento e la guida nel terreno delle problematiche implicate (fungendo quindi da vero punto di riferimento).

Si utilizzano così la autorevolezza e il riconoscimento dell’effettiva competenza su argomenti molto importanti per gli interessati, in una fase critica e pertanto di “suscettibilità”, per incoraggiare le persone a prendere “a cuore” la questione della salute e a valorizzare le loro vite.

Va sottolineato che il colloquio telefonico non è una prestazione “pratica” nel senso abituale del termine ed è per giunta “a pagamento” per il cittadino. L’utente non chiede e non può chiedere benefici immediati o traducibili in atti concreti (test sierologici, visite, diagnosi, cure e farmaci). La telefonata, al contrario, suppone accettazione della distanza, che implica pure dilazione o assenza di richieste materiali, sforzo di espressione razionale e comunicazione, disponibilità alla riflessione.

A maggior ragione, quindi, coloro che chiamano e ri-chiamano lo fanno per soddisfare un bisogno reale, benché “secondario”. Ciò acquista un rilievo particolare nei casi di disturbo mentale, nei quali il ruolo dello psichiatra appare davvero importante e di notevole efficacia.

I contenuti e le finalità della Linea possono essere così riassunti:
1) preparare l’accesso agli Ambulatori e arricchire l’intervento dei sanitari con l’apertura di una prospettiva psicosociale e culturale
2) offrire ascolto qualificato su tematiche sessuali e relazionali (comprensione moventi e significati della condotta, al di là dei chiarimenti sanitari sui rischi e le misure profilattiche)
3) contenere angosce patofobiche e guidare nel percorso di accesso alle cure specialistiche
4) incoraggiare la comprensione dei legami tra sfera sessuale, personalità, ambiente ed eventi di vita (intersezione con disagio/disturbo, sessualizzazione del malessere variamente motivato).

Mattia Morretta (2004)