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Lo spettacolo del sesso è servito

Una nuova forma di collezionismo è quella dei film pornografici da “gustare” sul schermi domestici. Si acquistano nei supermercati dell’eros o per corrispondenza, con possibilità di noleggio e scambio; come per ogni prodotto di consumo che si rispetti, è prevista la formula “paghi due prendi tre” con ulteriori facilitazioni.

Il materiale è per lo più di provenienza straniera, perché sono numerose le nazioni che si contendono un mercato in continua espansione. Ve ne sono di banali e scadenti, ma non mancano quelli “firmati” da produttori e registi specializzati nel settore. In quest’ultimo caso la storia ha una sua importanza e non è un semplice pretesto per mostrare amplessi privi di qualsiasi velo.

Etero, gay, bisex, trisex, transex: ce n’è per tutti i gusti e le esigenze. Il catalogo dei titoli citabili spazia da Interludio di mezzanotte a L’orgasmo di Jennifer, da Notte d’orgia a Giocando col pericolo. Le didascalie di presentazione promettono travolgenti sedute di sesso sfrenato e un carosello di autentiche emozioni, show di penetrazioni mozzafiato e grovigli di corpi di tutti colori, e non solo metaforicamente.

Le situazioni in cui si svolgono gli atti sessuali sono molto varie, puntando ora sull’esotismo e l’inusitato ora sul quotidiano e lo scontato. Il canovaccio è quasi sempre lo stesso con qualche differenza in base alla professionalità del “cineasta” che conferire all’opera riprese migliori ed effetti speciali.

In effetti, il contesto ambientale, la foresta piuttosto che la piscina, la trama della vicenda e la sua plausibilità, il tipo di dialogo e l’attenzione ai dettagli, sono tutti elementi che concorrono a determinare un coinvolgimento più globale dello spettatore.

Il fatto che i “videoporno” possano essere usati per invogliarsi ad un rapporto sessuale non significa che sia questa la loro finalità primaria. Si potrebbe sostenere, anzi, che essi nascano per occupare uno spazio normalmente occupato dalla pratica sessuale.

Da un lato, sono il segno di una mentalità consumistica che fa del sesso una merce come tante; dall’altro lato, esprimono una tendenza a liquidare la questione dei contatti sessuali effettivi. Così, con un po’ di denaro e di elettronica, ognuno può avere a domicilio un programma sexy e trovarsi in compagnia di bambole da favola o splendidi maschioni.
Si può giocare a mo’ di bambini con l’ebbrezza di possedere un congegno che dà corpo alle fantasie sessuali. Tutti protagonisti e proprietari della propria vita sessuale, dunque, in apparenza.

Di fatto, la promessa di una gratificazione erotica diventa l’unica cosa per cui darsi da fare una volta tornati a casa dal lavoro e cessati gli impegni sociali: l’immagine erotica prende il posto di una passeggiata, di un buon libro, di un film d’autore o di una semplice riflessione.

In linea di principio anche la ricerca di un partner o il contatto sessuale col proprio compagno tendono a divenire superflui e faticosi sforzi. La passività domina, il rapporto interpersonale perde valore, l’esperienza sessuale risulta sempre un po’ insoddisfacente e carente. Il video sì che è perfetto e senza nei! Sullo schermo la vita è un gioco riuscito.

Il fruitore di filmati erotici non è per forza il tipo solitario che non può o non è capace di procurarsi avventure. A volte si tratta di uomini abbastanza promiscui, che utilizzano i film per tenersi in allenamento (come prendere ripetizioni per rinfrescare la conoscenza di una lingua) o per stuzzicare l’appetito. Spesso i video si visionano in compagnia degli amici, magari in un dopocena piccante.

Vi ricorrono comunque anche coppie per creare l’atmosfera adatta, per sfuggire alla routine variando il solito menu. Questione di stimoli forti ed inconsueti più per l’uomo che per la donna, se è vero che è il tatto il senso preferito dal sesso femminile. Per alcuni può essere una specie di “terapia” per rompere il ghiaccio e sbloccare inibizioni in una relazione fredda.

Ancora, può fungere da manuale di sessuologia in veste cinematografica per imparare come si fa e quante cose si possono fare. La coppia si trova immersa in un’atmosfera altamente erotizzata che può indurre a lasciarsi andare sentendosi più garantiti. I due si percepiscono in una dimensione di gruppo che moltiplica i corpi e amplifica la sensazione di trasgressione.
Altri si intrufolano in mezzo ai presenti e li sfiorano, li accarezzano, li sovrastano: altri godono nella stanza, si vede e si sente.

Lei può credere di essere l’attrice, lui di possedere più donne in una. Doti, abilità e attributi degli “attori” paiono trasferirsi nei due amanti, mentre si instaura una complicità tra gli uni e gli altri. Gli elementi voyeuristici hanno modo di essere soddisfatti e si fanno mediatori di altri desideri segreti. Gustando con gli occhi posizioni e pratiche, parti anatomiche e coreografie erotiche, si ha l’effetto di uno sdoppiamento di personalità e di una perdita di confini.

Per l’uomo il rapporto col protagonista maschile è fatto di identificazione e compensazione; vi trovano gratificazione componenti narcisistiche ed omosessuali in una forma autorizzata e non ansiogena. Spesso, invece, la donna sperimenta una certa conflittualità perché può vivere il video come una invasione dell’intimità da parte di estranei, una presenza disturbante che impedisce di partecipare all’atto. Talora ella teme di non riuscire a controllare l’interesse verso altri partner che di norma nasconde, oppure di non poter mascherare un certo piacere nel vedere altri uomini, forse più belli e dotati di quello con cui fa l’amore.

La donna a volte ha paura che il compagno possa scoprire cose nuove sul suo conto e, nonostante l’invito ad abbandonarsi, non crede completamente nella tolleranza dichiarata da lui. In genere, però, ciò che più la preoccupa sono le “presenze” attivate dal film nella mente del partner, tendendo ad interpretare la proposta di guardare insieme il video porno quale segnale di minor desiderio nei suoi confronti o di stanchezza rispetto al loro legame: se ha bisogno del supporto della pornografia, lui prova una attrazione limitata per lei e probabilmente cerca un modo per tradirla senza poterne essere accusato. Sicché, la donna si sente rifiutata, sminuita e offesa, soprattutto se esistono difficoltà di comunicazione nella coppia.

Per poter intensificazione il piacere reciproco il ricorso al videoporno deve essere frutto di una decisione presa in comune, nell’ambito di un dialogo franco. In caso contrario uno dei due partner potrebbe sentirsi defraudato di qualcosa o mortificato e quindi la relazione può risentirne negativamente. La partner femminile, per esempio, può pensare che l’uomo le proponga la visione del film per vivacizzare la scena, ma lo preferisca a conti fatti al rapporto sessuale con lei. Ciò è doppiamente significativo perché introduce un elemento ulteriore di sfiducia accanto al problema del rispetto dei bisogni individuali.

C’è qualcosa di più, in verità, del puro voyeurismo nella passione per i video erotici: non sappiamo più fare a meno di una cornice di immagini e adattiamo i nostri gesti a quelli della televisione e della pubblicità. Se le nostre sensazioni si discostano dai modelli proposti, ci sentiamo incapaci e sbagliati. Le immagini acquistano un potere straordinario di dettar legge e un carattere di verità che possono inibire la capacità di percepire le proprie emozioni ed esigenze.

I protagonisti del mondo filmato vivono avventure che talora ci sono precluse, ma non è questo che ne fa qualcosa di appetibile o non solo. Le medesime cose fatte da noi, la nostra stessa vita, al di là del sesso, sono meno reali di quelle altrui, persino di quelle di attori pagati per fingere o per avere l’orgasmo.

Nella società dello spettacolo ci sono alcune persone che si occupano di vivere, godere, soffrire e morire per tutte le altre, in loro vece. Si viene in qualche modo esautorati del diritto ad esistere personalizzando le proprie scelte. Lo si evidenzia pure nella sfera sessuale con un crescente deficit di coinvolgimento e soddisfazione.

Se i tifosi del calcio sono raramente atleti, gli habitué della pornografia delegano sovente ad essa fantasia e realizzazione. Non è del tutto vero pertanto che tali prodotti mirino ad indurre in tentazione e a diffondere schemi di comportamento sessuale; è più probabile che essi tendano a sostituirsi sottilmente alle esperienze sessuali vissute autonomamente in prima persona. O a fare di noi delle comparse.

Mattia Morretta (1987)
Testo originale nel Fascicolo n. 84, 1987, Enciclopedia Amare, Fabbri Editori