Qualcuno ci renda l'anima
Intervista a cura di Daniela Tuscano, 26 agosto 2014
Intervista a cura di Gianni Geraci, 3 giugno 2013
Libri: Aids, media e il dibattito nelle comunità gay (Notiziario Libri ANSA) – Milano, Sett. 2013 CHE COLPA ABBIAMO NOI – LIMITI DELLA SOTTOCULTURA OMOSESSUALE – DI MATTIA MORRETTA (GRUPPO EDITORIALE VIATOR, PP. 345, 18,00 EURO)
Mentre in Italia si discute di coppie di fatto, in Francia e altrove divampano le proteste per i matrimoni gay e l’omofobia è una piaga della società, Mattia Morretta, psichiatra psicoterapeuta e sessuologo, operatore storico del servizio pubblico milanese per Hiv, cofondatore e primo presidente dell’Associazione Solidarietà Aids, pubblica “Che colpa abbiamo noi – Limiti della sottocultura omosessuale”, un saggio di denuncia rispetto alla normalizzazione del dibattito attorno alle tematiche omosessuali anche all’interno delle comunità gay.
Ricordando Pier Paolo Pasolini, l’autore definisce i suoi “scritti corsari” proprio perché lontani dal politically-correct e graffianti anche e soprattutto nei confronti del mondo omosessuale che si è lasciato normalizzare dai media. Morretta parte ricordando il quinquennio che va dal 1987 al 1991 e che definisce «età dell’oro dell’associazionismo gay in Italia». L’Associazione Solidarietà Aids, ricorda «A differenza del linguaggio militare delle principali Ong, che hanno puntato da subito a diventare nazionali e a durare, non parlava di lotta contro e aspirava a portare alla luce risorse locali, territoriali […] Si voleva costruire una piccola comunità, un paese in cui tutti avessero un posto definito e fossero conosciuti con nome e cognome (cimitero compreso) […] Non era tanto questione di affrontare a testa alta o bassa la morte, erano in gioco la dignità e l’onore più che il coraggio, l’educazione alla nobiltà d’animo attraverso la coscienza della mortalità».
Passata quell’esperienza, anche l’Aids è diventata «una miniera d’oro» e per un intero decennio «le campagne ministeriali, supervisionate dalle Ong, hanno mirato a coinvolgere tutti, a fare massa, pur senza invitare ad una disciplina comune». C’è stata – è la denuncia dell’autore del libro – una deresponsabilizzazione: « Eccettuati pochi attivisti gay malati il cui volto è potuto diventare dignitosamente pubblico tre il 1988 e il 1993, dobbiamo constatare che i nostri personaggi gay Hiv positivi (scrittori, stilisti, artisti…) sono usciti di scena in modo defilato, talora scomparsi d’un tratto, senza dare alcun buon esempio e dire una parola per gli altri».
Al mondo omosessuale mancano “i padri”, cioè quelle voci capaci di dire cose scomode, di cantare fuori dal coro, perché Pasolini, Zeffirelli e Visconti «sono stati gli ultimi omosessuali italiani pubblici a poter restare, nonostante tutto, più persone, per la grandezza fuori misura di intellettuali e artisti». Non si può dire lo stesso, secondo Morretta, dei molti stilisti e anche di molti intellettuali.
Dalla presa di coscienza con la scoperta dell’Aids, i gay che hanno spazio sui media si sono lasciati normalizzare ed oggi i nodi, secondo Morretta sono il consumismo e l’erotizzazione difensiva, la coppia e le privazioni affettive, la non tutela delle giovani generazioni e la conflittualità religiosa. Nonostante lo spazio dato dai media, Morretta è convinto che proprio i giornali, le televisione e la Rete non siano in grado di far crescere una cultura responsabile negli ambienti gay: «Che sia Rete Web o libreria non c’è da farsi illusioni, lo spiegava già a fine Ottocento Oscar Wilde ‘un tempo ti mettevano alla ruota, adesso ti mettono sulla rotativa’».
Il paradosso, insomma, è che, nonostante in tv e sui media in generale si parli liberamente degli omosessuali, i quali sono anche protagonisti del mondo dello spettacolo e dell’informazione, «la libertà concessa ai gay è fatta di un miscuglio di banalizzazione e riduzionismo: li si lascia essere quel che si è sempre pensato che fossero, a patto di farne una specie di video-gioco per il tempo libero, senza rilevanza per l’interesse generale».
Il Giornale della Previdenza dei Medici e degli Odontoiatri Anno XVIII - n. 6 - 2013 Recensioni Libri di medici e di dentisti, a cura di Claudia Furlanetto
Il libro di Mattia Morretta, psichiatra e sessuologo, parte da una critica ai processi di omologazione presenti nella cultura gay che non permettono, secondo l’autore, lo sviluppo della soggettività omosessuale, via obbligata per un’evoluzione in senso positivo dei gay nella società. I capitoli affrontano i nodi critici della cultura omosessuale maschile: il processo di identificazione, il consumismo e l’erotizzazione difensiva, la coppia, le privazioni affettive, la mancata tutela dei giovani, la religione, i condizionamenti dell’ambiente gay e le prospettive di socializzazione. Un volume che vuole promuovere la “competenza omosessuale in grado di fare delle relazioni interpersonali opportunità irripetibili di reciproca educazione e cultura facendo parte a pieno titolo del tessuto sociale”.