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Gay e Salute: Una questione di stile

Buona parte del nostro benessere dipende da scelte personali in merito allo stile di vita.

Poiché possiamo controllare tali scelte, siamo in grado di influire in modo significativo sulla nostra salute. Il tipico stile di vita gay espone il corpo e le difese organiche a numerosi attacchi:
1) i molteplici partner implicano il contatto con una grande quantità di microrganismi, in particolare gli agenti delle malattie a trasmissione sessuale;
2) gli antibiotici per curare tali patologie rendono più fragile il sistema immunitario;
3) i prodotti usati per raggiungere una certa immagine estetica o date prestazioni muscolari (ormoni, cortisonici, anabolizzanti) incidono negativamente sull’assetto immunitario;
4) l’assunzione di droghe e sostanze “ricreative” (alcolici, cocaina, amfetamine, popper, fumo) indebolisce l’organismo.

Per impostare un diverso modo di vivere occorre tenere come punto di riferimento alcuni principi di base: Moderazione – Responsabilità – Autostima – Consapevolezza

Non è possibile modificare la propria storia sessuale né cancellare le malattie avute in precedenza.

E' anche improbabile alterare il comportamento in maniera radicale. Pochi riescono a cambiare le abitudini sessuali dall’oggi al domani, tuttavia col tempo diviene un’impresa realizzabile per tutti.

Dobbiamo cominciare ad essere selettivi e ad aderire a buone regole di igiene.

È importante anzitutto riflettere sul proprio stile di vita: cosa provo e come mi sento?

Quali sono i miei atteggiamenti personali riguardo ai vari aspetti della mia condotta?!

Spesso si compiono scelte basate su opinioni confuse su di sé, oppure su pressione di altri o per imitazione (nel cosiddetto “gruppo dei pari”). Molti si dedicano al sesso, alla droga, al divertimento o al lavoro in modo eccessivo anche a causa dell’isolamento e come fuga dal confronto con se stessi.

La vita non è facile per nessuno e certamente essere gay può renderla più difficile; esitazioni o conflitti a proposito dell’orientamento sessuale possono aggravare i problemi di fondo.

Un aiuto esterno in tali circostanze, da parte di operatori sociali o sanitari, potrebbe rivelarsi utile per individuare le priorità e gli obiettivi perseguibili nella propria esistenza.

Vivere “sulla corsia di sorpasso” non serve per risolvere le difficoltà esistenziali, le droghe fanno “stare bene” solo per poco tempo, oltre a essere nocive e dispendiose. Perciò, prima di impegnarti nel solito schema di divertimento standard, chiediti: è questo che voglio fare veramente? Lo sto facendo per valorizzare un buon momento o al posto di un benessere che non c’è (e quindi per coprire il malessere)? È il meglio per me oppure lo faccio perché lo fanno i miei amici? Agisco così magari perché ho paura di riconoscermi solo, o vecchio o giovane, o soltanto diverso?

Non è necessario saper rispondere, l’importante è porsi regolarmente tali interrogativi allo scopo di elaborare un’idea più precisa di sé e di ciò che si desidera (autocoscienza). Così facendo, inoltre, diverranno più esplicite le opinioni personali su quel che si crede derivi dal fatto di abbracciare l’identità gay. Tante persone, infatti, si fanno trascinare in uno stile di vita improprio e inopportuno perché lo ritengono l’unico possibile e il solo modo per sentirsi correttamente gay.

Nella mentalità del “ghetto gay” ci si attende che tu ti conformi ad un certo modello di condotta per diventare membro del mondo omosessuale, benché questa definizione identifichi solo la parte più popolare della reale comunità gay.

La mentalità tipica prevede un insieme ben preciso di comportamenti: abbigliamento, intrattenimenti, bar, saune, feste comandate, allenamento fisico, arredamento, musica, cibi e bevande in frigorifero, tipo di attività professionale, uso di sostanze stimolanti, farmaci vari, attivismo sessuale indiscriminato, festeggiamenti virtualmente non stop, e via dicendo.

Molti omosessuali condividono tale stile di vita per brevi periodi e in differente grado; il problema si pone quando diventa una scelta permanente.

Seguire la tendenza o la corrente può essere piacevole, ma quando la pressione imitativa si tramuta in ossessione si comincia a pagarne ben presto le conseguenze. In maniera strisciante si insinua nell’individuo un sistema avvilente di abitudini che porta a perdita di identità e a compromissione del rapporto con la collettività nel suo complesso, mentre al contempo si riduce la possibilità o la capacità di compiere scelte responsabili ed autonome.

La denuncia degli stereotipi diffusi nella società sugli omosessuali viene vanificata nel momento in cui per "essere gay" occorre adeguarsi ad un’altra serie di stereotipi prodotti dall’ambiente gay. Si tratta di una concezione dell’omosessualità ugualmente ristretta e restrittiva, in quanto consente di comprendere, vedere, accettare solo un certo tipo di “mondo”.

Il fatto di avere un’identità gay è solo una parte della vita dell’essere umano. D’altra parte, non c’è un solo modo di vivere in quanto gay, perché i retroterra delle persone sono differenti e articolati (in termini di religione, influenze culturali e familiari, etnie, etc.), come sono diversificati i valori e le priorità nell’esistenza. Coloro che frequentano “i soliti posti” costituiscono di fatto un piccolo gruppo.

La gran parte degli omosessuali partecipa secondo propri tempi e modalità alla vita della comunità gay, senza aderire totalmente e acriticamente alla propagandata mentalità del ghetto. Tanti altri scopi, interessi, piaceri e carriere sono possibili. Fare scelte personali è la cosa migliore, per chiunque. Bisogna far tesoro dell’identità soggettiva e permettersi di vedere il mondo quale è : pieno di opzioni.

Sii di larghe vedute e sufficientemente diverso per sperimentare un vasto ventaglio di alternative.

Esercizio di autoconsapevolezza: quali sono intorno a te le persone più stimate, attive, raramente annoiate e noiose, interessanti ed interessate? Sono quelle con una mente ben educata che ricercano e coltivano varie fonti energetiche per rendere creativa la loro vita e incoraggiare la creatività negli altri. Sono soggetti innovatori e di forte stimolo per l’entourage, disponibili a cambiare e ad evolvere, di certo non disposti a restare impantanati nel ghetto gay.

Non conformarti alla pressione di individui o gruppi di vedute ristrette e non reiterare cronicamente una forma nociva di “evasione”. Ricorri alla novità. Se è vero che i gay costituiscono una minoranza sociale creativa, dovrebbero essere capaci di elaborare idee nuove in molti campi: dalle filosofie di vita e soluzioni concrete fino alle forme di autoespressione e di godimento.

Più si pratica qualcosa, più diventa luogo comune e mondanità. Allora risulta necessario incrementare il grado di attività e si entra nell’orbita degli eccessi per poter sfuggire all’ordinario. Alla fine, però, anche gli eccessi mondani diventano abituali.

Non conta quanto affascinante o gradevole sia ciò che si fa, oppure quanta pressione esterna vi sia per continuare a farlo; non si può più farlo per divertimento da un certo punto in poi e subentra un calcolo o una specie di debito. Fare o tenere i conti, tuttavia, oltre a costituire un impedimento, è anche un’operazione tediosa; sicché, tutto si trasforma in una seccatura e il cerchio si chiude.

La diversità è importante, così come il buon senso, la moderazione, la ragionevolezza.

Fai a pezzi lo schema, datti qualche chance. Smetti l’uso ripetitivo di sesso promiscuo, droghe, seduzione, notte dopo notte, week-end dopo week-end, festa dopo festa.

Lavora alla creazione di un gruppo stabile di amici composto da persone diverse tra loro e con interessi diversificati. Frequenta altri locali, cinema, teatri; stai più a casa, se esci sempre; invita a cena qualcuno. Vai al di là del tuo limitato cerchio di conoscenze e dopo esserti arricchito e aver fatto nuove esperienze, avrai più cose da dire/pensare/scambiare con gli altri al posto del solito pettegolezzo sull’ambiente gay!!

C’è un intero universo di attività e ci sono uomini eccellenti da incontrare ovunque e con cui potresti comunicare su una miriade di argomenti o fare cose gratificanti. Potresti pure scoprire che la graziosa collezione di muscoli che ti siede accanto possiede una mente e dei sentimenti, storie e pensieri cui nessuno si mostra interessato.

Anche in un incontro occasionale vale la pena di realizzare una conversazione intelligente e coerente con il partner, prima e dopo il rapporto sessuale; un approccio del genere può infatti portare ad una intimità fisica più coinvolgente e soddisfacente.

L’amicizia, d’altronde, è più completa quando ci sono più contenuti da condividere. Se poi capita una festa, qualcosa di particolare, allora sei anche più capace di apprezzarla; non perché è una possibilità di “eccedere”, bensì perché è un’occasione di divertimento diversa dal consueto e quindi un po' speciale.

In genere diamo per scontato il benessere fisico, oggi e per sempre. Preferiamo evitare il confronto con l’idea della sofferenza, dell’invalidità e della malattia. Finché non è troppo tardi.

Gli altri non possono decidere al tuo posto, nessuno può assumersi la responsabilità della tua salute e della tua vita, se non scegli di farlo tu. Pensaci.

(adattamento a cura di Mattia Morretta da “Toward a healthier gay lifestyle”, prodotto da Citizens for Human Equality, Houston, 1982)