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Epatite C: Ragazzi di fegato

Che ci volesse fegato a gettarsi in certe mischie o a sottoporsi ai tour de force goliardici di moda, lo si sapeva e diceva come battuta di spirito. Ora, però, lo si può dire a ragion veduta col conforto dei dati ricavati da studi longitudinali sulla presenza di epatite in determinati gruppi sociali. Una volta di più gli omosessuali si trovano a fungere da bersaglio persino per patologie ritenute in linea generale non facilmente trasmissibili col sesso.

È il caso dell' HCV, cioè dell'epatite C, un'infezione veicolata col sangue e quindi legata agli scambi di siringhe, agli strumenti non sterili, agli interventi chirurgici e poco altro. Nell'ultimo periodo ne sono state invece segnalate “piccole epidemie nelle comunità gay” e uno studio svizzero ha fornito prove preoccupanti della sua diffusione proprio tra i “maschi che fanno sesso con maschi”.

Cosa dunque rende più probabile la trasmissione (omo)sessuale dell'HCV? La particolare vulnerabilità sul piano biologico per l'esposizione più elevata. Il rilievo più drammatico è che sono gli Hiv positivi a essere colpiti da gravi forme di epatite C in conseguenza di pratiche sessuali pericolose.

Va ricordato che, dopo l'introduzione di trattamenti antiretrovirali efficaci, le conseguenze dell'epatite C sono tra le principali cause di malattia e morte nei soggetti che presentano contemporaneamente le due infezioni. I sieropositivi si contagiano perché l'immunodeficienza indotta dall'Hiv influisce sull'infettività dell'HCV.

L'elemento centrale, comunque sia, è che nell'anamnesi dei contagiati ricorre il non uso del profilattico. In tal modo, chi è Hiv positivo si danneggia e danneggia i partner in un gioco al massacro che i medici si limitano a registrare e che passa sotto silenzio nell'ambiente omosessuale perché non c'è modo neppure di accorgersene.

Altro fattore favorente per il virus dell'epatite C è rappresentato dalle lesioni genitali prodotte dalle malattie veneree (herpes e sifilide, per esempio), sia per le alterazioni delle difese sia per il passaggio di sangue. Ne deriva che la prevalenza dell'HCV è correlata con un alto numero di partner e di rapporti, senza dimenticare il rischio per tatuaggi e droghe assunte per via nasale, specialmente per i maschi omosessuali.

Ciò che tuttavia colpisce e addolora è scoprire che il trend è in rialzo soprattutto tra i più giovani omosessuali, i quali nelle ricerche citate dichiarano (quasi con spavalderia) molto più dei colleghi adulti una bassa aderenza alle regole del sesso sicuro. D'altronde, quali modelli e messaggi si trovano davanti dopo aver varcato la soglia del mondo gay?

Che si tratti di discoteche o chat-line, ovunque è assicurata una overdose di stimoli a fare, lasciarsi andare, sballare, in maniera molto più violenta e fraudolenta di quanto capiti ai coetanei eterosessuali. Questi ultimi, infatti, qualche alternativa ce l'hanno, le offerte per loro non sono solo di consumare partner come caramelle o di fare esperimenti di logoramento fisico a mo' di cavie.

Non bastassero i problemi dell'integrazione sociale e dell'accettazione famigliare, le compagnie alla pari e quelle con “i grandi” sovente rincarano la dose delle pressioni per l'adeguamento passivo a un'identificazione minimalistica.

Quale adolescente gay sente mai parlare di ideali, di valori, di buoni maestri?! E di “corruzione”? In verità, si dà per scontato che ogni omosessuale sia “moralmente corrotto” o “amorale” sin dall'origine, quindi anche da ragazzino.

Le pubblicità delle saune e dei bar con dark-room allettano e attirano talora i minori di 25 anni con l'entrata gratuita, barando sul fatto che essi pagheranno un prezzo ancora più alto degli altri clienti visto che saranno usati quali esche e carne da macello (non c'è chi sollevi una obiezione: nessuna madre coraggio davanti a rinomati postacci, benché malattie, maltrattamenti, prostituzione e sbornie attendano i loro figli più o meno “ingenui”).

Per una buona fetta di omosessuali la pratica sessuale indiscriminata inizia tanto precocemente che nelle città industrializzate a 20 anni si può già soffrire di “dipendenza sessuale” o aver contratto quasi tutte le infezioni veneree, dando luogo a una versione moderna assai poco romantica della mitica “gioventù bruciata”. C'è da mangiarsi il fegato. Il cuore, si sa, manca.

Mattia Morretta (aprile 2006)